Dio mio cosa mi sono messo in mente. Nella culla
dell’arte, spiegare Federico Fellini agli italiani. Io iraniano di nascita mi arrogo
il diritto di vivisezionare l’opera di uno dei più grandi cineasti dei tutti
tempi. Impresa resa ancor più ardua dai continui riferimenti di Fellini alla
vita della provincia italiana misto nella sua filosofia profonda.
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Alcuni interpreti: Marcello Mastroianni (Guido
Anselimi)- Anouk Aiemée (Luisa)- Sandra Milo (Carla)- Claudia Cardinale
(Claudia)-
E’ il decimo film al 42esimo anno di vita di
Fellini, che di per sé significa una maturità oltre la quale non si può andare.
Per capire il concetto della filosofia Felliniana in generale e questo film in
particolare, si deve analizzare il suo strano nome. Perché 8 ½ e cos’è
innanzitutto? E’ il titolo più misterioso e creativo che un film abbia mai
avuto, e una volta capito il significato di questo numero forse sarà più
semplice capire anche tutta la vita artistica di Fellini e le sue opere.
Estremamente sottile e raffinato Fellini nel creare il numero otto, che in sé
raccoglie tutta la filosofia della donna ed una religione in particolare.
Guardare con l’attenzione come ha disegnato il numero otto che viene proiettato
sullo schermo all’inizio del film, in cui Fellini voleva che si vedesse il
numero nel modo da lui desiderato, e non come è stato ritratto da alcune
locandine che ne hanno deformato la struttura. Il numero otto ha due cerchi
superiore ed inferiore. Scegliamo uno qualsiasi
di questi. Scelto il cerchio, copriamo la sua metà in modo verticale, tale che
si possa vedere l’altra metà. Dal profilo si vede una mammella con capezzolo e
ghiandola assomoglianti alla scrittura araba e sotto la lente di ingrandimento
si legge la parola Allah ed il foro interno dell’otto non è altro che l’utero
femminile contenente un feto. L’otto creato da Fellini è un capolavoro
artistico del disegno. Con questo film il regista entra in una nuova dimensione
del pensiero che continuamente si sposta dalla materializzazione alla
smaterializzazione, dal conosciuto allo sconosciuto anche una religione in
particolare. Questo è un inizio del suo lungo percorso e lo dimostra creando
difficoltà allo spettatore. Questo metodo è nuovo ed anche complicato e di
conseguenza lui lo definisce come sogno e ricordo per sottrarsi alle domande per
non facilitare la comprensione delle sue opere. Lui aveva intenzione di
avvicinare il cinema ad altre forme artistiche come la pittura perché era molto
lontano da queste ma alla fine ci è riuscito.
All’inizio del film bisogna subito fare attenzione
al numero del bus che è 99 in quanto
nella cabala il nove significa utero e inoltre i nomi di Allah sono 99. Infatti
tutti passeggeri sono appesi come carne da macello ai finestrini del bus come
se fossero nello spazio chiuso di un utero stretti tra di loro, oppure sotto
nome di Allah sono schiacciati. Dal buio alla luce. L’uomo già dall’inizio del
film rimane nell’ingorgo silente e aspetta il suo turno per nascere. Infatti
Guido (che significa anche Guida spirituale e viene chiamato spesso Profeta)
cerca di uscire dallo spazio stretto dell’auto picchiando sul finestrino chiuso
come se si trovasse nell’utero. Prima di uscire dal finestrino della macchina
si mette in posizione fetale e sale sul tetto della macchina espressione della
libertà in uno spazio libero cosi come il cielo e la nascita di un bambino.
Guido arriva in cielo ma sotto di lui sulla spiaggia lungo il mare c’è qualcuno
che tira il cordone ombelicale che è legato ai piedi di Guido e dice a Guido
“vieni giù” . Poi da una piattaforma petrolifera che sta sul mare arriva a cavallo la morte con un teschio sul
cappello, e anche la morte dice a Guido “scendi giù definitivamente e per
sempre”. Il regista con questa scena simboleggia il fatto che subito dopo la
nascita la morte è in agguato. Quando Guido si sveglia dal sonno viene visitato
dal medico che sta leggendo un giornale dove c’è un riferimento a 5 figli del
profeta. Poi il medico prescrive una cura a base di acqua per sette giorni come
la durata del pellegrinaggio che avviene nella religione di riferimento . Nella
stanza c’è una pietra nera come un
cranio, sacra in questa religione, che sarebbe un meteorite sceso dal cielo. E’
forse per questo motivo costruiscono una astronave la quale ha 3 significati
per il regista: un meteorite, alto come montagna, assomigliante alle
piatteforme petrolifere. Più avanti nel film quando poi vanno a visitare
l’astronave di notte, c’è un’inquadratura del cappello di Guido avente forma
ovale-triangolare come la pietra nera. Claudia Cardinale recita la parte della
donna che ha trovato per il proprio bambino la fontana nel deserto. In questa scena si parla palesemente di un
profeta che vuole spaventarci. Qui Guido incontra un amico che ha un’amante
talmente giovane che potrebbe essere sua figlia: quale profeta aveva una bambina come moglie? Per la prima volta Fellini porta i suoi
protagonisti nel cimitero per dimostrare quale fosse il compito di questa
particolare religione che spesso aprirà la porta alla morte e mai alla vita; in
secondo luogo che a lui stava a cuore capire cosa succede nell’aldilà cioè al
passaggio dalla materializzazione alla smaterializzazione. Fellini porta fino
alla fine della carriera questi
trasformazioni in particolar modo in forma poetica in Amarcord e
in forma filosofica in La voce della luna. Guido prende la mano di suo
padre mentre lo sta aiutando a farlo scendere dentro la tomba e gli dice:”papà quante domande devo farti
..” e il papà gli risponde :”ancora non posso risponderti.” per contrastare la
religione che sa tutto in minimi particolari dal al di là. Più avanti in un
dialogo salta fuori una domanda che riguarda la differenza tra cattolicesimo e marxismo ; Guido(o
Fellini) non risponde subito, anche perché la religione di riferimento in
questo film non è quella cattolica, ma durante le successive sequenze e, in
modo particolare nel successivo film Giulietta degli spiriti, risponde
alla domanda, analizzando la religione in generale. La grande sensualità della
donna si vede con un movimento delle dita e un bacio a vuoto di Carla verso
Guido il quale comincia a sudare. Può un
movimento di Carla distruggere un uomo
fino a fargli perdere la testa? Qual è la sensualità fluida di un bacio a vuoto
che colpisce Guido? Questo vuoto magnetico assomiglia al vuoto magnetico tra
Marcello e Anita nella fontana di Trevi nel film La dolce vita. Nella
stanza d’albergo si è creato un momento ideale per far vedere il seno di Carla
ma il regista lo evita come non fa baciare Anita nella fontana di Trevi perché
Fellini non aveva intenzione di mostrare scene
sessuali nei suoi film. La donna per amore perdona tutto e addirittura
si ammala come fa Carla. La donna non tradisce perché non sopporta nascondere
un tradimento che la rende ridicola, mentre l’uomo si rende facilmente
ridicolo. Su una locandina si vede il numero 40 che simboleggia l’età del
profeta; nella scena in cui c’è il produttore che scende dalle scale dell’
Hotel, Guido si inginocchia come se
fosse una forma di preghiera e dice qualcosa in una lingua indecifrabile, che assomiglia
all’arabo, e riceve anche un orologio come
regalo: questo simboleggia l’importanza del tempo per le preghiere. In
un’altra scena si chiede “quante pose sono?” La risposta sarà soltanto 5, che sono i numeri delle preghiere giornaliere
perché speso Guido avvicina le mani verso le orecchie, tipico comportamento in
preghiera. Il numero 5 rappresenta anche i pilastri della religione di
riferimento. Il cappello nero di Guido simboleggia anche il turbante nero che i
maschi religiosi in medio oriente utilizzano. Anche la scena in cui Guido versa
acqua in testa è un comportamento tipico dei momenti preparatori alla preghiera,
cosi come il mangiarsi le unghie da parte di Guido che significa tagliarle. Una
amica dice a Guido: “Mamma mia, il profeta fa la voce grossa”. Il film entra
nel mondo della poligamia, un rito che umilia la donna. Guido ha tanti regali in
mano, cosi come faceva il profeta quando andava a visitare le sue donne, in
particolar modo l’ultima moglie che era una bambina. Quando Guido entra nella
vasca alza il braccio destro e si nota un indumento bianco tipico del pellegrinaggio
annuale nel luogo sacro che non deve coprire la spalla destra, in queste scene,
oltre ad umiliare la donna si vede anche che
Guido viene messo dentro una stoffa bianca che viene trasportata da 7
donne come se fosse un cadavere e su di lui si butta borotalco come per
profumarlo, e ripete per tre volte la parola “regolamento”: tutti comportamenti
in queste scene rimandano alla religione
di riferimento. Qui le sue donne vengono frustate e nelle ultimi colpi lui
pronuncia ancora qualche parole indecifrabile. In un lampo una donna con
accento Francese si avvolge dentro un lenzuolo, e dopo qualche secondo Guido
passando dietro la hostes danese va a verso un ombrellone bianco rappresentante
il corpo della donna Francese avvolto da una corda che Guido bacia la sua prima
di uscire dalla scena. Per Fellini questo simboleggia la donna sottomessa.
Altro passaggio simbolico è il lavaggio il pavimento della moglie di Guido
tipico rituale annuale di questo luogo sacro mentre intorno alla donna ci sono
lenzuola appese, come accade per il muro esterno del luogo sacro che è coperto
sempre con tendaggi neri. In queste sequenze Fellini mette in mostra che la
violenza contro le donne è stata ideologizzata da questa religione. Si nota
inoltre la gente che sale e scende dai gradini dell’astronave, si tratta
dei 600 gradini da affrontare per
scalare una montagna infatti l’altezza della struttura è simile ad una
montagna. Fellini a questo punto immagina e desidera una brutta fine per il
profeta con idee e regolamenti distruttivi che non può avere un minimo spazio in questa società. Il profeta sviene e
vuole scappare e non ha più la capacità di portare avanti il progetto. Lui sa
che è arrivato la sua fine cerca di scappare dalla morte ma non ci riesce, e la
gente lo disprezza ed umilia esattamente come veniva disprezzato nel suo Harem:
scappa sotto il tavolo e caccia fuori la pistola che un amico gli aveva messo
in tasca e si spara. E’ giunto il momento che si deve smantellare tutto il
progetto del profeta, perciò dice al suo amico dal vuoto si arriva e verso il vuoto
si va. C’è un aforisma: Quando un albero non dà buoni frutti bisogna tagliarlo,
perché un buon albero non può dare frutti cattivi. Viene smantellata tutta la
struttura e la vita comincia di nuovo
.Arrivano tutti i protagonisti in abiti bianchi con passi leggeri per prendere
Guido che qui non rappresenta più il profeta ma è Fellini stesso che di afferma:”ma
cos’è questo lampo di felicità che mi dà forza e vita? Qui ormai stanno nel al
di là. Mi sento come liberato, dopo aver eliminato il profeta distruttivo e
credeva di poter mettere tutto a posto con la sua intenzione di pulizia. Ora tutto
mi sembra buono, tutto ha un senso, tutto è vero, come vorrei sapermi spiegare
ma non so dire. E’ una festa la vita, viviamola insieme”. Si diffonde una
emozionante musica dal circo, nel cerchio si apre una scena in cui tutti sono
in paradiso perché arrivano anche i genitori di Guido, e comincia il giro
antiorario dei protagonisti come succede nel pellegrinaggio annuale. La festa
dura tutta la giornata, arriva la sera mentre tutta la scena rimane per il
circo e l’orchestra che va via. L’ultimo ad uscire è il ragazzino nella notte
buia mentre è nella luce della vita che cammina. Questa luce è la stessa luce
che nel futuro film “L’intervista” Fellini definisce luce di speranza.
Terminando le riprese del 8 ½, il regista ha girato per il finale di questo film alcune
scene sul treno non montandole ed ha inserito la scena finale come un cerchio,
perché il finale con il treno significava linearità della vita mentre per
Fellini la vita è circolare anche per il riferimento al pellegrinaggio annuale
della religione . Questa incertezza probabilmente era stata volutamente pensata
dal regista per deviare l’opinione
pubblica, perché senza dubbio Fellini sapeva bene come doveva essere il finale!
Uno stratagemma per ingannare, da gran bugiardo che era.
Le ombre proiettate sui muri dell’infanzia
rappresentano l’inconscio dei bambini che sono presenti ma non è possibile
toccarli o prenderli; inoltre sono giganti e non sono da sottovalutare perché è
proprio in quei momenti che il loro inconscio è gigante ma vuoto viene riempito
dalla religione. Federico Fellini non
contrasta una religione o un profeta ma esprime ciò che vede da una religione
con molta eleganza e raffinatezza per non disturbare il credo della gente. In
pratica 8 ½ per Fellini aveva due significati: 1- Che un profeta si è sposato
con 8 donne e mezzo perche l’ultima delle sue mogli aveva tra 8 o 9 anni. 2- Ma
il significato più importante per Fellini è il valorizzare la donna in quanto
sacrificata dalla storia ed anche dal profeta. Inoltre numero 8 si riferisce al
giorno della festa della donna che si celebra non per caso l’otto marzo, e
quel ½
sta a significare che la società
è incapace di valorizzare del tutto la figura femminile soltanto con 8 marzo:
ci vuole qualcosa in più, che Fellini aggiunge un mezzo come plusvalore,
inoltre significa che in questa specifica religione la donna(cioè 8) vale ½ del
maschio perche il film non si chiama 8 e ½ ma 8 ½ . Per il regista il genere
maschile non ha più spazio per crescere, nasce bambino e rimane tale, mentre la
bambina ha grande spazio per crescere e sa già che diventerà una donna.
Chi sa quale era la religione di riferimento?
Soltanto Fellini sa.
Conclusione:
la capacità di simbolismo creativo del genio felliniano emerge dalla targa del
pullman, stazione Termini 99, che
all’inizio cattura l’attenzione e completa il significato del film.
Infatti Il
pullman è diretto alla stazione Termini che indica il termine di un percorso; e
il 9 induce ai mesi della gravidanza.
In prima
inquadratura sul pullman si vede soltanto la testa dei passeggeri fuori dal
finestrino, in seconda inquadratura si vedono soltanto le mani. Così avviene
nella nascita. Così nasce Guido.
Buona
Visione a tutti.
Jamshid Ashough
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Jamshid Ashough 16.06.2013
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